SVILUPPO DEI SISTEMI DI RIABILITAZIONE E RIUSO DELLE ACQUE E ABBATTIMENTO DEI CONTAMINANTI CHIMICI E BIOLOGICI
Questa linea di attività, visto l’insuccesso nella produzione del consorzio microbico e la buona biodegradabilità del refluo, è stata dedicata a trovare una via alternativa per il riutilizzo del refluo. A questo scopo sono state effettuate prove di irrigazione diretta di piante eduli coltivate su suolo. Questo approccio è stato inserito ex-novo nella sperimentazione per valutare la possibilità di un upcycling diretto del refluo nell’irrigazione/fertilizzazione delle piante, poiché l’obiettivo del progetto era recuperare i reflui. Sulla base dei risultati delle analisi chimiche effettuate, è stato così possibile riconvertire il processo di recupero, utilizzando il refluo come sistema di fertirrigazione e far crescere piante eduli. Infatti il refluo aveva mostrato un basso rapporto COD/BOD5, che ha permesso di definirlo come perfettamente biodegradabile.
I test in terra sono stati effettuati con piante di Lactuca sativa (L.); le prove hanno dimostrato che effettivamente le piante annaffiate con il refluo crescono benissimo, molto meglio che con la stessa acqua di rubinetto con cui si produce il refluo (controllo): infatti il peso fresco totale, delle foglie e delle radici, e le dimensioni delle radici e delle rosetta sono significativamente maggiori, come si vede nell’immagine qui di seguito.
Piante annaffiate con acqua di rubinetto o refluo di lavaggio di capi bianchi (dopo 40 giorni).

Questo risultato dipende dalla quantità di macro- e micronutrienti utili presenti nel refluo (sia azoto totale, fosforo e potassio, sia ferro, rame e zinco). Le piante annaffiate con il refluo crescono molto di più dei controlli ma mantengono caratteristiche organolettiche molto buone: infatti, le concentrazioni di acido ascorbico, fenoli e flavonoidi totali, clorofille, carotenoidi e solidi solubili sono analoghe o superiori a quelle di controllo.
Quindi, nonostante la necessità di cambiare in corso d’opera l’approccio di upcycling del refluo, questa sperimentazione ha permesso di identificare un nuovo modo di utilizzare le acque reflue, che si inquadra perfettamente nello scopo del progetto: infatti, viene mantenuto il recupero e il riutilizzo delle acque grigie urbane, e la nuova soluzione rappresenta un’efficace proposta per ridurre il consumo d’acqua e la produzione di refluo, riducendo le esternalità ambientali e l’impatto antropico in una cornice di economia circolare (Feeny et al., 1990). I vantaggi di questa soluzione si riflettono, in prospettiva, negli ambienti urbani caratterizzati da una sempre più stretta integrazione tra verde e architettura (Specht et al., 2014), una strategia per migliorare l’efficienza energetica delle costruzioni in accordo con i Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Schroeder et al., 2019).
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IL GRUPPO DI RICERCA |
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Luciana Migliore |
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Professoressa Associata di Ecologia ed Ecotossicologia dell'Università di Roma Tor Vergata, Dipartimento di Biologia. L’attività scientifica è dedicata a problematiche di ecologia di base e applicata, utilizzando tecniche e approcci biotecnologici sia per la riabilitazione di matrici contaminate, sia per lo studio di processi di biodeterioramento. Nel progetto si occupa sia dei processi per la riabilitazione del refluo sia della parte gestionale, essendone la responsabile. |
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Roberto Braglia |
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Coordinatore dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, svolge attività didattica e di ricerca in Botanica, inclusa la fitodepurazione delle acque con macrofite. Nell’ambito del sistema Zero Mile© ha messo a punto sistemi sul campo e valutazione del riutilizzo delle acque reflue trattate delle lavastoviglie. Nel progetto si occupa della valutazione dell’efficacia e della salubrità del riutilizzo del refluo della lavatrice. |
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Annamaria Alabiso |
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Borsista di ricerca del progetto. Dottorata in Biologia evoluzionistica ed Ecologia dell'Università di Roma Tor Vergata, ha dedicato il suo progetto di dottorato allo sviluppo e all'implementazione del biofiltro del sistema Zero Mile©, un consorzio microbico ingegnerizzato ad hoc per il riciclo delle acque reflue delle lavastoviglie. Nel progetto si occupa della valutazione dell’efficacia del consorzio nell’abbattimento di nutrienti e contaminanti. |
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